2012
Esclusiva – Il doppio ex Franceschini: “Dispiace per Ferrara, Rossi uomo giusto al posto giusto. Samp, attenta a Klose e allo spirito della Lazio”
E’ cresciuto nel settore giovanile della Lazio, ha esordito in Serie A proprio contro la Sampdoria (il 21 aprile 1996) e giocato per due stagioni tra le fila dei biancocelesti, riuscendo a collezionare appena tre presenze. Il calciatore in questione è Daniele Franceschini, che, a distanza di nove anni dal suo addio alla capitale, è approdato a Genova, rimanendovi per quattro stagioni e difendendo i colori blucerchiati in circa cento occasioni. In vista della sfida di sabato tra la Samp e la compagine capitolina, la redazione di SampNews24.com ha raggiunto in esclusiva l’ex centrocampista.
Daniele, ti aspettavi l’esonero di Ciro Ferrara?
«Sinceramente no, per il semplice fatto che nel momento più difficile, quello delle sette sconfitte consecutive, società aveva fatto quadrato intorno al proprio tecnico ribadendogli la fiducia. Pensavo quindi che Ferrara avesse superato l’ostacolo più difficile e che il momento più duro fosse alle spalle, soprattutto con il derby vinto. Evidentemente è successo qualcosa, magari in qualche colloquio tra l’allenatore e la società, che è stata spinta a fare una scelta di questo tipo e a dare una svolta importante alla stagione. Mi dispiace per Ferrara che era partito benissimo; l’inizio di stagione è stato fantastico, al di là delle aspettative, poi c’è stato quel calo incredibile. La società, comunque, avrà fatto le sue valutazioni, forse la squadra non rispondeva più alle esigenze di Ferrara».
In panchina è arrivato Delio Rossi, che hai avuto come tecnico a Lecce nel 2004…
«Credo che la Sampdoria non potesse fare scelta migliore. Ho avuto la fortuna di essere allenato da lui, con il quale disputammo un campionato strepitoso. E’ uno degli allenatori più preparati in assoluto, riesce a dare la sua identità di gioco alla squadra e si sa adattare, anche se arriva in corsa. Le sue squadre hanno sempre espresso un buon calcio e stanno benissimo a livello fisico. Poi il suo curriculum parla da sé, a parte la parentesi negativa a Firenze. Ha le carte in regola, è l’uomo giusto al posto giusto».
Domani al Ferraris arriva la Lazio, reduce dai sei risultati utili consecutivi in campionato.
«Per la Samp è un avversario veramente duro. Al di là dell’aspetto tecnico-tattico, la Lazio ha qualcosa in più rispetto alle altre squadre: lo spirito di gruppo e la voglia di sacrificarsi, fattori che fanno la differenza nel calcio di oggi. I biancocelesti, soffrendo, riescono spesso a spuntarla e questo non avviene certamente per caso. La Sampdoria dovrà tenere alta la concentrazione e non concedere nulla negli ultimi metri».
Come si può arginare un bomber come Klose, pericolo numero uno per la retroguardia?
«Se commetti anche solo un piccolo errore in difesa, lui ti castiga. La ricetta per contrastarlo non c’è. Anche contro l’Inter, nonostante i difensori fossero piazzati bene, ha fatto due o tre inserimenti davvero poderosi. Oltre alla forza, ha anche la cattiveria giusta e riesce a rubare il tempo ai difensori avversari. Per provare ad arginarlo non bisogna commettere stupidi errori di posizione. Klose è il giocatore che fa fare il salto di qualità alla sua squadra».
Contro i biancocelesti tornerà capitan Gastaldello, out per squalifica a Catania.
«Il suo è un ritorno importante anche per un discorso psicologico perché dà tranquillità a tutto il reparto. Quando giochi contro campioni come Klose non puoi pensare di giocare individualmente, ma la difesa deve rimanere molto stretta e disimpegnarsi in continue coperture, con i centrocampisti che vanno a raddoppiare. Da questo punto di vista, l’esperienza di uno come Gastaldello ha un ruolo molto importante. Forse, in questo periodo, la Samp ha pagato la presenza di tanti giovani che logicamente su quel piano pagano dazio. Ecco il perché di alti e bassi».
Infine, da ex mediano, un tuo giudizio sui centrocampisti blucerchiati?
«Ho avuto modo di veder crescere Soriano e Obiang, sono giocatori di prospettiva e di qualità. Il primo è molto più tecnico, mentre il secondo è più fisico ma è un punto di riferimento importante per la squadra. Maresca ha fatto abbastanza bene fino a questo momento, ma potrebbe fare molto di più; ho avuto la fortuna di incontrarlo ad inizio carriera e so che può fare la differenza. Tissone, invece, sta facendo molto bene. Il centrocampo, come reparto, non è un problema e, tutto sommato, ha fatto quello che doveva. Piuttosto, è mancato forse qualcosa in zona gol, complici anche gli infortuni di Eder e Maxi Lopez».